Dopo 25 ore di treno con partenza da Brisbane mercoledì 4 gennaio alle ore 15.45, siamo arrivati a Cairns all’indomani verso le 17, dopo aver confabulato non poco durante il viaggio per trovare un taxi non troppo costoso per portarci da Cairns a Port Douglas, notra destinazione finale. Lì, al Silkari Lagoon, avremmo trascorso 5 giorni di vacanza nel Nord Queensland, a circa 2000 km dalla nostra Brissy (così viene chiamata famigliarmente Brisbane dai suo abitanti). Finalmente verso le 19 del giovedì 5 gennaio siamo arrivati all’ostello di Port Douglas, accolti molto amichevolmente e rapidamente coricati in un letto, con schiena e ossa provate dalle difficili posizioni del viaggio. Ma non importa, siamo giovani !!!

Scendendo dal treno, già si sentiva un altro ambiente: sì, siamo proprio al di sopra del Tropico del Capricorno. Il caldo umido, la vegetazione di palme e altre piante tipiche di questo clima, le chilometriche piantagioni di canna da zucchero, coi relativi carrelli per il trasporto, oltre a quelle di banane e altre colture non meglio identificate, ci hanno subito chiarito la differenza naturalistica. Ecco alcune immagini:






Il nostro residence Silkari Lagoon, a 4 km dal centro di Port Douglas, ci ha colpiti per la quantità di piscine (ben 6) incastonate tra due ale di camere e/o appartamenti. Solo pià tardi abbiamo capito il perchè di tanto sfoggio: per ben 7 mesi, da novembre a maggio, il Mare dei Coralli è impraticabile. Nessuno ci nuota perchè i pericoli sono anche mortali, in 3 minuti una killer medusa può mandarvi al creatore così come i cocodrilli estuarini (Piero docet) che vengono a riprodursi in mare. In tutta la spiaggia c’è solo uno spazio, racchiuso da reti e super vigilato da responsabili del salvataggio (Life Guard), in cui è consentito andare in acqua. Una bella storiaccia, ma convivere con altre speci impone speciali concessioni, apparentemente bene accette.




I pericoli del mare non ci hanno impedito magnifiche passeggiate di buon’ora prima che il sole picchi troppo, anche se per fortuna le nuvole sono state molto presenti. La spiaggia è quella tipica delle foto di tutte le zone tropicali : palme da cocco a profusione, con cimiteri di gusci di noci di cocco sulla spiaggia, tanto verde, una battigia che con la bassa marea sembrava un merletto grazie all’instancabile operosità dei piccoli granchi che dovevano ogni giorno rifarsi la tana.






Le nostre giornate includevano dunque passeggiate, brevi nuotate in piscina, dei momenti distensivi in una vasca con jacuzzi sul nostro terrazzino e qualche film online alla sera. Ma anche ore di lettura impegnative e visite a luoghi storici (tutti rigorosamente del XIX° secolo): la chiesina di Saint Mary at the sea (Santa Maria sul mare), il cimitero dei primi coloni e l’aula di udienze del tribunale dove è stata condannata la sola donna giustiziata con impiccagione nel Queensland, a Brisbane, nel 1887: Ellen Thomson, che la sera prima dell’esecuzione si era saputo essere innocente in seguito alla confessione dell’autore del crimine dell’uccisione del di lei marito. Ma a quei tempi 2000 km non si percorrevano in qualche ora , né c’erano telefoni in quelle disperse regioni. E poi, come ci disse la guida del museo “era donna, era irlandese ed era povera“…. Era arrivata nel Queensland nel 1858 dopo la grande carestia che colpì l’Irlanda dal 1845 al 1848, anni in cui la peronospora, malattia della patata, distrusse la maggior parte delle coltivazioni. Oggi la sua tomba senza nome, perchè giudicata “criminale” si trova nel John Harrison Cimitery a Brisbane. Avrete capito come abbiamo sofferto e come la portiamo con noi.





Un altro aspetto commovente è stato ritornare con la memoria alla fatica e all’avventurosa migrazione italiana del dopo guerra verso le coltivazioni di canna da zucchero. Un lavoro durissimo, faticoso e sotto il sole cocente, pericoloso per le serpi e i topi annidiati tra le piante, con una pruriginosa polvere emanata dalle canne, quando mature per la raccolta. In una rivista abbiamo trovato un articolo che ricordava tutto questo e un curioso, quasi sarcastico ?, omaggio che il costoso Sheraton Hotel ha creato con una mensile cena “italiana” in ricordo di queste imprese. E durante il viaggio scoprire una collina chiamata Etna, come il ruscello poco vicino o una cittadina battezzata col nome siciliano di Sarina. Ripensare a tutta la nostalgia, gli affetti lontani e una vita senza sconti. Siamo coscienti che il benessere australiano porta anche il nome di questi Italiani e delle loro famiglie.



Per concludere questa appendice redatta per voi, amiche e amici che ci seguite dall’altro emisfero, vorremmo ancora condividere con voi il piacere di aver viaggiato in un treno dal suggestivo nome “Spirit of Queensland”, con un personale tuttofare di estrema gentilezza. E siccome il ritorno è stato ancora più avventuroso a causa di innondazioni su un tratto delle rotaie, di conseguenza il rientro è durato più di 50 ore, con 14 ore di attesa alla stazione di McKay dove poi alcuni autobus ci hanno portato a Rockhampton. Un po’ estenuante certo, ma ciò ci è valsa una generosa distribuzioni di dolci e altre buone cose alimentari che ci aspettavano sia in treno, sia alle due stazioni: quella di passaggio Rockhampton e quella di arrivo (alle ore 4.50 del mattino) a Brisbane….e in più ha prolungato le nostre vacanze di un giorno..ah..ah..

Volete andare in vacanza del Nord del Queensland ? Ecco due immagini da non dimenticare:


Ma per finire in ridere, ecco l’exploit di Piero che ammansisce un cocodrillo …nella fontana d’entrata del Silkari Lagoon. Niente paura: è finto, ma fa il suo bell’effetto !
