Gennaio 2023 : vacanza a Port Douglas – Nord Queensland

Dopo 25 ore di treno con partenza da Brisbane mercoledì 4 gennaio alle ore 15.45, siamo arrivati a Cairns all’indomani verso le 17, dopo aver confabulato non poco durante il viaggio per trovare un taxi non troppo costoso per portarci da Cairns a Port Douglas, notra destinazione finale. Lì, al Silkari Lagoon, avremmo trascorso 5 giorni di vacanza nel Nord Queensland, a circa 2000 km dalla nostra Brissy (così viene chiamata famigliarmente Brisbane dai suo abitanti). Finalmente verso le 19 del giovedì 5 gennaio siamo arrivati all’ostello di Port Douglas, accolti molto amichevolmente e rapidamente coricati in un letto, con schiena e ossa provate dalle difficili posizioni del viaggio. Ma non importa, siamo giovani !!!

Scendendo dal treno, già si sentiva un altro ambiente: sì, siamo proprio al di sopra del Tropico del Capricorno. Il caldo umido, la vegetazione di palme e altre piante tipiche di questo clima, le chilometriche piantagioni di canna da zucchero, coi relativi carrelli per il trasporto, oltre a quelle di banane e altre colture non meglio identificate, ci hanno subito chiarito la differenza naturalistica. Ecco alcune immagini:

Il nostro residence Silkari Lagoon, a 4 km dal centro di Port Douglas, ci ha colpiti per la quantità di piscine (ben 6) incastonate tra due ale di camere e/o appartamenti. Solo pià tardi abbiamo capito il perchè di tanto sfoggio: per ben 7 mesi, da novembre a maggio, il Mare dei Coralli è impraticabile. Nessuno ci nuota perchè i pericoli sono anche mortali, in 3 minuti una killer medusa può mandarvi al creatore così come i cocodrilli estuarini (Piero docet) che vengono a riprodursi in mare. In tutta la spiaggia c’è solo uno spazio, racchiuso da reti e super vigilato da responsabili del salvataggio (Life Guard), in cui è consentito andare in acqua. Una bella storiaccia, ma convivere con altre speci impone speciali concessioni, apparentemente bene accette.

I pericoli del mare non ci hanno impedito magnifiche passeggiate di buon’ora prima che il sole picchi troppo, anche se per fortuna le nuvole sono state molto presenti. La spiaggia è quella tipica delle foto di tutte le zone tropicali : palme da cocco a profusione, con cimiteri di gusci di noci di cocco sulla spiaggia, tanto verde, una battigia che con la bassa marea sembrava un merletto grazie all’instancabile operosità dei piccoli granchi che dovevano ogni giorno rifarsi la tana.

Le nostre giornate includevano dunque passeggiate, brevi nuotate in piscina, dei momenti distensivi in una vasca con jacuzzi sul nostro terrazzino e qualche film online alla sera. Ma anche ore di lettura impegnative e visite a luoghi storici (tutti rigorosamente del XIX° secolo): la chiesina di Saint Mary at the sea (Santa Maria sul mare), il cimitero dei primi coloni e l’aula di udienze del tribunale dove è stata condannata la sola donna giustiziata con impiccagione nel Queensland, a Brisbane, nel 1887: Ellen Thomson, che la sera prima dell’esecuzione si era saputo essere innocente in seguito alla confessione dell’autore del crimine dell’uccisione del di lei marito. Ma a quei tempi 2000 km non si percorrevano in qualche ora , né c’erano telefoni in quelle disperse regioni. E poi, come ci disse la guida del museo “era donna, era irlandese ed era povera“…. Era arrivata nel Queensland nel 1858 dopo la grande carestia che colpì l’Irlanda dal 1845 al 1848, anni in cui la peronospora, malattia della patata, distrusse la maggior parte delle coltivazioni. Oggi la sua tomba senza nome, perchè giudicata “criminale” si trova nel John Harrison Cimitery a Brisbane. Avrete capito come abbiamo sofferto e come la portiamo con noi.

Un altro aspetto commovente è stato ritornare con la memoria alla fatica e all’avventurosa migrazione italiana del dopo guerra verso le coltivazioni di canna da zucchero. Un lavoro durissimo, faticoso e sotto il sole cocente, pericoloso per le serpi e i topi annidiati tra le piante, con una pruriginosa polvere emanata dalle canne, quando mature per la raccolta. In una rivista abbiamo trovato un articolo che ricordava tutto questo e un curioso, quasi sarcastico ?, omaggio che il costoso Sheraton Hotel ha creato con una mensile cena “italiana” in ricordo di queste imprese. E durante il viaggio scoprire una collina chiamata Etna, come il ruscello poco vicino o una cittadina battezzata col nome siciliano di Sarina. Ripensare a tutta la nostalgia, gli affetti lontani e una vita senza sconti. Siamo coscienti che il benessere australiano porta anche il nome di questi Italiani e delle loro famiglie.

Per concludere questa appendice redatta per voi, amiche e amici che ci seguite dall’altro emisfero, vorremmo ancora condividere con voi il piacere di aver viaggiato in un treno dal suggestivo nome “Spirit of Queensland”, con un personale tuttofare di estrema gentilezza. E siccome il ritorno è stato ancora più avventuroso a causa di innondazioni su un tratto delle rotaie, di conseguenza il rientro è durato più di 50 ore, con 14 ore di attesa alla stazione di McKay dove poi alcuni autobus ci hanno portato a Rockhampton. Un po’ estenuante certo, ma ciò ci è valsa una generosa distribuzioni di dolci e altre buone cose alimentari che ci aspettavano sia in treno, sia alle due stazioni: quella di passaggio Rockhampton e quella di arrivo (alle ore 4.50 del mattino) a Brisbane….e in più ha prolungato le nostre vacanze di un giorno..ah..ah..

Volete andare in vacanza del Nord del Queensland ? Ecco due immagini da non dimenticare:

Ma per finire in ridere, ecco l’exploit di Piero che ammansisce un cocodrillo …nella fontana d’entrata del Silkari Lagoon. Niente paura: è finto, ma fa il suo bell’effetto !

I 52 messaggi del blog

Per ritrovare i diversi messaggi pubblicati, ecco qui sotto la lista dei 52 titoli. Vi ricordiamo che nei blog gli ultimi pubblicati sono i primi che si leggono, mentre per trovare i primi dovreve cercarli proprio alla fine.
Grazie di averci seguito con affetto e costanza.
Piero & Silvana

Akiko Tamura mentre “scrive” Sen Ri Do Fu

2021
Nonostante la lontananza sentiamo lo stesso vento (msg 1 del 1 agosto 2021)
Covid in Australia (msg 2, 8 agosto)
Il nostro letto (msg 3, 15 agosto)
Shed West e il volontariato in Australia (msg 4, 22 agosto)
Brisbane Montessori School (msg 5, 29 agosto 2021)
Incontri con la mistica (msg 6, 5 settembre 2021)
Una favola dei nostri giorni (msg 7, 11 settembre 2021)
I trasporti pubblici a Brisbane (msg 8 del 19 settembre)
Australia cip cip (msg 9 del 26 settembre)
Biblioteca: c’è posto per tutti (msg 10 del 3 ottobre)
Fraternità francescan di Brookfield (msg del 10 ottobre 2021)
Viola come jacaranda (msg 12 del 17 ottobre 2021)
Be connected (msg 13 del 24 ottobre)
Il cimitero di Brookfield (msg 14 del 31 ottobre)
Halloween (msh 15 del 7 novembre 2021)
Visita all’Orto Botanico (msg 16 del 14 novembre)
Cedar Lake Resort (msg 17 del 21 novembre)
L’incontro con Piero: Buone notizie per un futuro non violento (msg 18 del 28 novembre)
Lone Pine Koala Sanctuary (msg 19 del 5 dicembre
La nostra parrocchia (msg 20 del 12 dicembre 2021)
Farewell Rev. Jonathan (msg 21 del 19 dicembre 2012)
Buon Natale (msg 22 del 26 dicembre 2021)

2022
Auguri per il nuovo anno (msg 23 del 2 gennaio 2022)
La democrazia e i suoi principi (msg 24 del 9 gennaio 2022)
Paramansha Yogananda in Brisbane  (msg 25 del 16 gennaio 2022)
La saga Djokovic (msg 26 del 23 gennaio 2022)
Festa nazionale australiana (msg 27 del 30 gennaio 2022) (articolo di Piero aborigeni.pdf)
Il sistema sanitario in Australia (msg 28 del 6 febbraio 2022)
Nuovo anno lunare (msg 29 del 13 febbario 2022)
Il nostro canale televisivo preferito (msg 30 del 20 febbraio)
Si torna a scuola (msg 31 del 27 febbraio)
Tempo di solidarietà (msg 32 del 6 marzo 2022   )
Un celebre italiano a Brisbane (msg 33 del 13 marzo)
Iona Village (msg 34 del 20 marzo)
La nostra migliore amica (msg 35 del 27 marzo)
In preghiera per l’Ucraina e non solo (msg 36 del 3 aprile)
Tra i Koala (msg 37 del 10 aprile)
Settimana santa (msg 38 del 17 aprile)
Indoropilly Library (msg 39 del 24 aprile)
ANZAC Day (msg 40 del 30 aprile)
Visita alla City Hall  (msg 41 dell’8 maggio)
La politica di asilo in Australia (msg 42 del 15 maggio)
Homeless connect e le persone senza fissa dimora (msg 43 del 22 maggio)
21 maggio alle urne per l’elezione del governo federale (msg 44 del 29 maggio)
Settimana di Riconciliazione nazionale (msg 45 del 4 giugno 2022)
Misure di peso in cucina (msg 46 del 12 giugno)
Qualche fiore speciale (msg 47 del 19 giugno)
Un anno già (msg 48 del 26 giugno)
Qui tutto è grande (msg 49 del 3 luglio)
Le carte vincenti   (msg 50 del 10 luglio): il senso comunitario
Le carte vincenti : un servizio pubblico efficace e non burocratizzato (msg 51 del 17 luglio
Le carte vincenti : Mamma Australia (msg 52 del 24 luglio 2022)

Le carte vincenti :  “Mamma Australia” (msg 52 del 24 luglio 2022)

Con questo 52° messaggio chiudo questo blog che è durato un anno e il cui scopo era di mantenere un legame vivo con le persone care che certamente si ponevano molte domande su quello che vivevamo in questa nuova terra. Grazie ai vostri riscontri, essi mi hanno fatto capire che anche per voi era un appuntamento desiderato e che attraverso questi messaggi qualcosa di questa nostra esperienza si intrufolava nel vostro vissuto. Certo quanto scritto è solo un’ esperienza, ma, insieme a Piero che sempre ha riletto e corretto questi testi, ed ha anche scritto sulla questione aborigena, abbiamo cercato di darvi informazioni verificate e conoscenze comprovate.

Del Presidente Mattarella (auguri di buon compleanno anche da noi, caro Presidente. Lo sa che Piero e Lei avete la stessa età?) si è spesso detto che è un uomo che ha un alto senso dello Stato. Questa frase la capisco e la sento anche mia. Uno Stato di diritto garantisce non solo che “La legge sia uguale per tutti”, ma anche che “lo Stato sia forza e protezione dei deboli”, come auspicavamo nei nostri teatri del CASI-UO a Bruxelles.
Ed è questo senso dello Stato che finalmente ho ritrovato qui in Australia, e che tanto mi mancava, dopo aver lasciato il Belgio. La soddisfazione che ho provato nel compilare la mia prima dichiarazione dei redditi australiana online non era solo l’esito di una performance informatica, ma il legame di cittadinanza che ho sentito più forte dopo aver assolto questo impegno civico verso una Stato che gode della mia fiducia. Cosa a cui tutti/e ambiamo, penso.

Vorrei ora darvi qualche esempio del come ho maturato questo approdo e perché amo questo Paese (lo Stato e la sua gente), e non vi nascondo che nel suo funzionamento percepisco a volte una protezione quasi materna. Eccoli questi alcuni esempi.
Uno Stato che dopo la strage di Port Arhtur del 1996 (cliccate il blù se volete saperne di più) ad opera di un solo giovane che uccise 35 persone, ha saputo cambiare radicalmente la sua politica del porto d’armi, requisire le esistenti divenute illegali e mettere un freno alla possessione d’armi.
Uno Stato (pare questo valga però solo per il Queensland) che ha reso illegale la caccia agli uccelli e l’abbia consentita solo in caso di sovra popolazione per alcune poche specie di quadrupedi.
Uno Stato che protegge i suoi cittadini resi più fragili a causa dell’handicap, come lo vedo ogni volta al momento in cui salgono sugli autobus urbani.
Uno Stato che non lascia mai un buco sulla strada o una pensilina senza mettere protezioni, parapetti e avvertimenti.
Uno Stato che protegge i bambini aiutando le funzioni genitoriali, anche lasciando nei parcheggi spazi riservati alle auto con carozzine e fornendo confezioni di frutta con misure più adatte ai bambini.
Uno Stato che ha fiducia e spesso vi crede (speriamo continui) sulla parola.
Uno Stato che fin dagli anni 70 ha inaugurato una politica multiculturale, di cui ho spesso dato riscontro nei vari messaggi, fino ad organizzare un servizio di interpretariato gratuito per comunicare con le amministrazioni.
Uno Stato che si impegna per la formazione digitale informatica dei suoi seniors e delle altre categorie in difficoltà.
Uno Stato che nonostante il dilagare dei telefoni mobili ha incaricato il principale operatore nazionale (Telstra) di predisporre delle cabine telefoniche pubbliche per telefonare gratuitamente in tutta l’Australia.
Uno Stato che vi lascia il casco per andare sulle pubbliche biciclette e vi offre delle zone pubbliche allestite come piccole palestre.

A volte si raggiunge l’eccesso e allora fa quasi ridere, come per esempio in questa foto dove uscendo da un portone si trovino due indicazioni al suolo: Guardate a destra e guardate a sinistra (in Ernest Sreet).

prudenza al massimo grado…ah…ah…..e poi qui sotto altre foto che si riferiscono a quanto detto prima:

Potrei continuare a raccontare numerosi altri esempi, ma non voglio zuccherare oltre misura una realtà che ha anche i suoi lati oscuri, come la legalizzazione della prostituzione. Solo che ormai avendo accettato quanto la Volpe confidò al Piccolo Principe e cioè che “niente è perfetto in questo mondo”, le mie valutazioni si basano più sul possibile lasciando all’ideale il ruolo di stella polare del nostro percorso.


Grazie di averci seguito e per un prossimo appuntamento dal vivo, anche in nostra compagnia : martedì 4 ottobre alle ore 20.30 per la liturgia del Transito di San Francesco presso la chiesa di San Francesco a Gargnano.
Pace a bene da Piero e Silvana

Le carte vincenti : un servizio pubblico efficace e non troppo burocratizzato (msg 51 del 17 luglio)

Mi voglio subito scusare con voi lettori e lettrici per due motivi : primo perché poche foto si prestano ad illustrare questo tema e ciò renderà quindi questo penultimo messaggio meno attraente. Secondo perché il tema di questo blog è una questione penosamente sensibile per tutte le persone che vivono in Italia o che hanno a che fare con il suo servizio pubblico macchinoso e inutilmente complicato.

Qui le cose sono molto diverse. Prendiamo per esempio il conto di accesso ai vari servizi amministrativi italiani chiamato SPID. Pochi riescono a maneggiarlo da soli e  per avere un servizio un po’ efficiente si va a pagamento da ditte e consulenti e si viene così privati della propria autonomia di cittadino (come per altro per la dichiarazioni dei redditi che pochi riescono a compilare da soli). In Australia, un semplice conto MyGov (equivalente a SPID) richiede solo la vostra email e password e un cellulare per ricevere il codice di sicurezza della seconda verifica dell’identità. Tutto gratis e tutto semplice.
Dopo la prima schermata ( Foto 1 ) si accede a tutti i servizi governativi con i quali si hanno relazioni. Per me, lo vedete nella foto 2, ci sono : Medicare (la salute) , My Health Record (tutta la documentazione sanitaria), Centerlink (i servizi sociali) , Australian Taxation Office (le tasse), My aged care (i servizi appositi per gli anziani). Certo smanettare col computer non va da sé, ma ciò non riguarda l’accesso ai servizi quanto l’accesso alla conoscenza informatica, la famosa frattura digitale che minaccia le generazioni più anziane.

Fgura 1 : accesso a egov
Figura 2 : le amministrazioni collegate

Altro esempio di semplificazione : volete rinnovare la patente ? Lo fate online, eccetto la prima volta quando vi viene consegnata. Quando mi sono procurata la patente australiana (su base di quella italiana, previa una sola traduzione giurata), il servizio della motorizzazione mi ha anche scattato la foto che appare sulla mia patente. Si evita così di correre da un posto all’altro, anche se Piero ed io ci siamo dovuti tornare ben tre volte per disguidi vari a proposito dei vari documenti di identità da fornire.

Scade la vostra patente ? Rinnovatela on line, dice questo schermo presso il servizio della motorizzazione

Per illustrarvi ancora quanto vivo qui, vi racconto tre episodi vissuti in questi ultimi giorni.

Primo : seppure con le mie insufficienti conoscenze di inglese, sono riuscita a compilare online da sola la mia dichiarazione dei redditi (luglio 2021- giugno 2022). Da quando avevo lasciato il Belgio, dove la compilavo da me stessa, in Italia non ci ero mai riuscita. Ringrazio ancora una volta l’amico Ivo e poi Carlo e Liliana del CAF della CISL di Gargnano per la loro preziosa presenza benevola a questo indispensabile servizio.

Secondo : per orientarmi su come intraprendere questa non facile pratica di dichiarazione dei redditi, ho previamente chiesto alcune informazioni al servizio delle imposte (la nostra Agenzia delle entrate). Non volendo incorrere in disguidi linguistici ho richiesto telefonicamente  l’aiuto di un interprete (pagato dal servizio pubblico) che ha operato da traduttore tra me e la gentile agente delle tasse che mi ha aiutata ad avviare la pratica. Sì, credetemi, è proprio così: si compone in numero 131450, si richiede l’interprete della vostra lingua (e sono decine!) e senza neppure aspettare troppo si viene collegati col servizio pubblico richiesto. L’interprete resta con voi fintanto che la telefonata non abbia soddisfatto la vostra richiesta.

Terzo: una raccomandata non ritirata in Italia era da diversi mesi in viaggio per essere riportata al mio domicilio. In seguito a una richiesta di informazioni sulla tracciatura della spedizione da me introdotta presso l’ufficio postale locale, sono stata messa in contatto con la sede centrale. Ad un certo punto sembrava che questo plico non si trovasse più. Le Poste Australiane mi avevano allora chiamata e chiesto quale era il valore smarrito e senza nessuna prova tangibile avevano annotato l’ammontare da me descritto. Se non avessero ritrovato il plico, avrei ricevuto gli 80 $ AU corrispondente al credito disponibile sulla carta SIM che sembrava persa. Per fortuna il plico è stato ritrovato e lunedì andrò all’Ufficio postale locale a recuperarlo. Ma che dire di questi stupendi livelli di fiducia ?  Quasi non ci si crede. Eppure queste realtà esistono, eppure non siamo su un altro pianeta, eppure siamo tutti della stessa specie “Homo sapiens” ?
La cosa bella che vorrei dire in conclusione è che, alla fine, tutto dipende da noi e dai valori che stanno alla base della nostra “polis”, cioè del nostro vivere civilmente insieme. Noi costruiamo o noi disfiamo. Quindi tutto è nelle nostre mani. Ma….finché crederemo che essere furbi sia la virtù più maneggevole, lo scansarsi dal lavoro la massima strategia di vita e che “trovata la legge, trovato l’inganno” sia il motto del vivere insieme, allora non potremo che piangere sulla nostra “mala sorte” e come cantava il grande Fabrizio ne La città vecchia “Li troverai là col tempo che fa, estate inverno, a stratracannare a stramaledir le donne il tempo ed il governo”.

Le carte vincenti : il senso comunitario(msg 50 del 10 luglio)

Vorrei dedicare gli ultimi tre messaggi (dal 50 al 52) del blog Sen Ri Do Fu ad alcune realtà che ho osservato e che a mio parere rendono la vita qui più serena e facile, in una parola più vivibile e gioiosa.

Perché parlo di ultimi tre messaggi ? Perché, come forse ricorderete, avevo annunciato che il blog avrebbe avuto un anno di gestazione e quindi 52 messaggi. L’equivalente di un anno sabbatico. I post pubblicati resteranno comunque ancora disponibili per un bel po’. Pensate che ci sono ancora quelli che avevamo scritto nel 2014, durante il nostro viaggio sulle tracce di Henri Le Saux-Swami Abhishiktananda nel blog “Our India OM” (per chi volesse vederlo https://pancierasilvana.wordpress.com).

Il nuovo website del volontariato del Queensland

Forse perché la storia di un paese così giovane e multiculturale (senza poi parlare della questione aborigena) non potrebbe permettersi una mitica storica identità collettiva, il principale collante della società australiana è, a mio parere, lo spirito comunitario. Ogni cittadino/a è invitato/a a collaborare al bene collettivo attraverso interventi di volontariato che qui sono davvero una preoccupazione degli organi pubblici. In tal senso trovano espressione sia in formazioni al volontariato proposte nelle scuole e online, sia in ripetuti appelli rivolti attraverso campagne pubblicitarie, sia nell’impegno assolto dalle Chiese e dalle organizzazioni. Da qualche ora alla settimana, fino, eccezionalmente, a quasi un intero tempo di lavoro, il volontariato copre i più svariati campi. Li troverete tutti ! Solo una cifra per dare il polso della situazione tratta dal sito https://www.volunteeringaustralia.org : circa 6 milioni di australiani/e di età superiore ai 15 anni, pari 29,5 % della popolazione della stessa età, nel 2019 sono stati implicati nel volontariato. I dati più recenti sono imparagonabili dato il peso della pandemia e dei suoi lock down.

Dall’8 al 14 agosto : la settimana nazionale del volontariato studentesco

Su questo spirito comunitario si basa anche la preoccupazione di essere parte attiva, come e quando possibile, nel campo della sicurezza pubblica, che non è affidata alle sole forze dell’ordine. I due esempi che mi restano impressi sono le zone di vicinato protette dallo sguardo vigile degli abitanti di quell’area, pronti a rilevare fatti preoccupanti o infrazioni e ad intervenire. E altro esempio, gli appelli a segnalare persone ricercate dalla polizia che vengono proiettati su schermi nelle stazioni o aree di forte passaggio.

Sopra, il cartello indica “area vigilata dal vicinato”. Nella schermata della foto qui accanto vedete la foto di un uomo e l’appello “riconoscete questa persona ?” promosso da Crime Stoppers.com.au
e seguito anche da un numero di telefono.
Insomma, dateci una mano.

Lo spirito comunitario non potrebbe reggere senza almeno due virtù che qui ho riscontrato molto forti: l’onestà (nel senso di non rubare) e la lealtà (nel senso di non mentire).
Come posso affermarlo ?
Ecco alcuni esempi dell’onestà : i giornali che arrivano sono lasciati fuori casa e raccolti al rientro dai residenti, così come le consegne di pacchi o altro materiale lasciati fuori della porta di casa. In un caffè e alimentari del sobborgo di Brookfield c’è persino una “honest box” in cui la gente che entra ad acquistare e non trova il responsabile può lasciare il dovuto in una vecchia bilancia riutilizzata per l’appunto allo scopo. Quando prestavo volontariato al Lone Pine Koala Sanctuary, nella sala dello staff nessun armadietto personale aveva la chiave e niente ci è mai mancato.

Pacco consegnato davanti alla nostra porta di casa
L’honesty box del negozio-bar di Brookfield

Ecco poi il più evidente esempio della lealtà : in molte amministrazioni sei creduto su quanto affermi senza bisogno di prove o autocertificazioni. Questo prezioso legame di fiducia tra cittadino e istituzioni è qualcosa che si può perdere ed è difficile da ricostruire. Quando infatti la menzogna è diventata un habitus ne consegue che la principale preoccupazione amministrativa è quella di smascherare la frode e l’inganno, in un crescendo burocratico poco utile e paludoso. Ma se avendo fatto una dichiarazione giurata si scopre che avete mentito, l’affare diventa penale e potete anche incorrere in 3 anni di prigione. Così mi è stato riferito dall’avvocato pensionato che prestava assistenza giuridica come volontario presso la nostra biblioteca il giorno della mia dichiarazione giurata (statutory declaration) a proposito dei miei redditi per ridurre di metà il costo delle spese della quarantena trascorsa al mio arrivo.
Buona domenica, 15a del tempo ordinario.

Qui tutto è grande (msg 49 del 3 luglio)

Certamente uno degli aggettivi che è ritornato più spesso sulle mie labbra è “grande”.
Qui tutta la vegetazione si offre su scala maggiore. L’esempio della Euphorbia pulcherrima (Stella di Natale)  descritto nel messaggio n.47) è solo uno dei tanti. Le piante che avevo visto come alberelli, come i ficus, qui sono grandi alberi. I fiori hanno dimensioni persino sproporzionate. Per vedere dove finiscono gli alberi bisogna alzare la testa. I loro rami poi si allungano sopra le strade ad ombreggiarle. Nessuna meraviglia allora che per tagliare rami o raccogliere frutti ci siano strumenti che ne siano…all’altezza. È proprio il caso di dirlo. Guardate i tranci che arrivano al soffitto del centro commerciale.

Ma questa impressione di “grande” l’ho esclamata anche in altre occasioni, per esempio vedendo questa Bunya pigna da cui si estraggono e anche si mangiano quelli che per la loro dimensione non si potrebbero più correttamente definire pinoli. Il segnalino accanto misura 10cm. Questo dice tutto !

E per darvi ancora un altro sbalorditivo esempio di grandezza, la foto qui sotto vi mostra il calamaro gigante. Vive nelle profondità oceaniche ed è il cibo preferito dai capodogli (balene con i denti), che anche loro non sono certo piccoli. I calamari giganti possono raggiungere (coi tentacoli) anche i 13 metri (le femmine) e 18 metri i maschi. Questo che vedete è conservato nel Queensland Museum di Brisbane.

Non posso concludere questo messaggio senza un grazie particolarmente grande a Piero che in diverse foto si è prestato per fare da misura di riferimento. Grazie, Piero.

Un anno già (msg 48 del 26 giugno) 

In questa settimana ricorreva il primo anniversario del mio sbarco in Australia, a Darwin, con un visto di ricongiungimento famigliare. Sono arrivata con un aereo della compagnia australiana Qantas, appositamento organizzato dal governo per favorire i rimpatri in tempo di Covid.

Era il 24 giugno, dopo un volo ininterrotto di 16 ore in partenza in giorno prima da Francoforte. Il viaggio in treno da Milano a Francoforte era stato un incubo : poco dopo Milano il treno internazionale era sato sospeso e poi soppresso. Per arrivare a destinazione ho dovuto cambiare 4 treni e se non fosse stato per una generosa signora chi mi ha aiutata in due passaggi, sia per portare i bagagli che per trovare I binari, non so come avrei fatto. Un angelo …

Dopo i 14 giorni di quarantena passati a riposarmi, ad ascoltare Marco Vannini o Alessandro Barbero su Youtube, a parlare con Piero via Skype e a cercare di capire le istruzioni del nuovo mondo, ho preso un altro volo per Brisbane. Arrivo solitario all’aeroporto: Piero immobilizzato a casa da una tendinite e Marisa in  missione fuori città. Un taxi e finalmente insieme a Piero, con tanta gioia, ma con il riscaldamento rotto (a giugno qui è inverno) e nessun mobile. Per giorni abbiamo vissuto accampati e infreddoliti. Qui vedete le prime manovre di istallazione dei mobili, con una spiccata propensione di Piero, ma anche di Greg, di restare non solo coi piedi per terra, ma con tutto il corpo…ah…ah… Divertente rivederli oggi !

E poi il primo mobile : una piccola libreria con Piero vestito da orsetto per la bassa temperatura e nell’altra foto sempre lui che posa il quadro – un puzzle – chiamato “Neotopia”, termine forgiato da Piero stesso con il quale si allude a un luogo in cui vivere pienamente i propri ideali. Tra quelle casine, c’è anche quella che abbiamo scelto essere la nostra. Ogni tanto lo guardo e vorrei essere lì. Se volete ci sono delle abitazioni anche per voi…

Per mesi mi sono sentita “un pesce fuori dall’acqua” soprattutto a causa dell’impossibilità di capire e di farmi capire. Nonostante tutta la mia buona volontà ad un certo punto credevo di non farcela.
Troppi cambiamenti, troppe separazioni, troppi sgretolamenti identitari.
E proprio in quei giorni Bruno mi è venuto in sogno per incoraggiarmi e dirmi “si può sempre cambiare”, Questo è stato il segno di una presenza che attraverso Bruno manifestava non solo lui, ma tutte le “potenze benigne” (così chiamate da Bonhoeffer) che ci accompagnano durante il viaggio della vita. Tra queste anche gli insegnamenti online del caro amico Swami Atmananda. Grazie, oh Cielo.
Voglio ringraziare qui anche tutte le persone che dall’altro capo della terra mi sono state vicine in vari modi: email, Skype, Zoom, Signal e GoogleMeet o commenti a questo blog.


Voglio presentarvi questi altri visitatori alati che hanno rallegrato le mie giornate, posandosi sulla ringhiera del nostro terrazzino:

Kookaburra (si pronuncia cucubarra)
Pappagallino

E poi voglio dire grazie anche a questo cielo che ogni giorno, soprattutto all’alba, mi offre i suoi fulgidi impermanenti colori e mi ricorda che ovunque siamo, “nonostante la lontananza, sentiamo lo stesso vento”, comme “scrisse” Akiko nella calligrafia che è il banner di questo blog. ARIGATŌ a te e Delfina.

Qualche fiore speciale (msg 47 del 19 giugno)

Vi ho parlato poco di fiori e piante che sono di gran lunga la principale ragione per cui una persone dovrebbe venire da queste parti. Le proporzioni del mondo vegetale sono qui sempre grandiose e i fiori presenti in ogni stagione, Le meraviglie ci aspettano certo nei vari Orti botanici, ma ci sorprendono anche nei quotidiani spostamenti a piedi.

Oggi mi attarderò su qualche bella immagine che spero vi possa rallegrare in questi tempi cupi.

Qui la chiamamo poinsettia, “ma noi siamo abituati a chiamarla Stella di Natale. In realtà il suo nome botanico è Euphorbia pulcherrima: le sue caratteristiche foglie (anche se potrebbero sembrare fiori) di un rosso acceso l’hanno resa un pianta gettonatissima per il periodo natalizio. Non tutti sanno però che non solo ne esistono varietà di altri colori, ma la stella di Natale è una pianta che possiamo tenere e far fiorire tutto l’anno con le cure giuste” (fonte : https://www.donnamoderna.com/ambiente/stella-di-natale-tutto-l-anno). Pensate poi che un’amica del villaggio, Madeleine, mi ha informata che questo fiore sarebbe addirittura l’emblema della città di Brisbane.
La grande differenza con quanto conoscevo sono qui le sue notevoli dimensioni e la facilità con cui cresce un po’ dappertutto e si mantiene senza particolari cure. Come da noi, anche qui diventa rossa d’inverno: il suo colore ci parla della stagione secca e più fredda, ma non è collegata alla festa del Natale.
Vedete alcune foto di questa pianta, due delle quali sono di piante presenti nel nostro villaggio e la terza di un’altra che incontro per strada scendendo verso il centro commerciale.

Poi ecco due piante di camelia che si fiancheggiano con i loro diversi colori (bianco e rosso). Si trovano all’esterno della chiesa Holy Spirit e sono bellissime.

Dopo questo omaggio alla bellezza, vorrei aggiungere ancora due immagini che mi parlano di un’altra bellezza, quella della resilienza, quella del coraggio, quella della rinascita.

La prima è il piccolo girasole, cresciuto da un seme da me piantato. Spezzato dal vento l’ho messso in un vaso con acqua perchè potesse completare la sua fioritura. Poi un mattino, osservando il suo capo reclinarsi mi sono accorta che una larva, così verde da essere confusa con il rametto, gli aveva quasi mangiato tutto il contatto con il fusto. Spedita via la larva, perché il fiore non si spezzasse dal suo gambo e potesse contiuare a fiorire l’ho puntellato con uno stuzzicadenti. Ha continuato a fiorire e addirittura un altro bocciolino sta arrivando da un’altra parte del gambo. Ogni giorno lo guardo e mi dà tanto coraggio. E insieme ci diciamo “dai, ce la faremo“,

E poi questo vecchio tronco intorno al quale e sul quale danzano varie giovani piante mi ha fatto pensare al mistero della rinascita. Rinascita sotto altre forme e con altre parvenze: la Vita continua e ci porta con sé trasformandoci e ripartendo con nuovi germogli. Ma non sottraendo neppure  l’immagine di quello che siamo stati, di come abbiamo abitato questo mondo e di come ci ricordano le persone che sempre ci tengono accanto a loro.
Ciao caro Bruno, buona domenica anche a te.

Misure di peso in cucina (msg 46 del 12 giugno)

Sappiamo che il sistema anglosassone di pesi e distanze è diverso da quello in uso in Europa. Le miglia, i piedi, le libbre, le once ecc hanno già di tanto in tanto fatto comparsa nel nostro campo cognitivo, e l’equivalenza col sistema metrico o dei pesi è ben definita e reperibile.
Ma quello che mi è successo è stata una sorpresa che non potevo proprio immaginare.

Risaliamo dunque a diversi mesi fa quando mi ero decisa a preparare dei biscotti “australiani” partendo da una ricetta che avevo trovato sul giornalino del supermercato Coles. Sono i biscotti e la ricetta che vedete qui accanto. La cosa curiosa di questa ricetta è che mentre la quantità di burro e cioccolato è espressa in grammi, quella dello zucchero e della farina è espresse in “cup” (tazza). Il mio spirito logico-pratico si è a lungo dibattuto per sapere quale era la tazza standard che nelle cucine veniva usata per misurare questi ingredienti. Per un bel po’ non sono venuta a capo di niente di convincente. Solo dopo vari tentativi sono finalmente riuscita ad approdare -grazie internet – ad un’equivalenza tra le tazze e i grammi.

Ma volete saperne una ancora più curiosa. La famosa unità di misura “cap” ha un valore in grammi diverso se siete in Gran Bretagna (UK), in Australia (AU) o negli Stati Uniti (USA). Insomma, cari e care  anglosassoni, volete mettervi d’accordo per cercare di non complicare troppo le cose a noi del kilogrammo? Lo specchietto che mi sono fatta ed ho appeso in cucina, vi mostra come la faccenda sia ben lungi dall’essere armonizzata!

Infine, ciliegia sulla torta (bé sempre di pasticceria stiamo parlando) se dovete misurare la quantità di lievito o di bicarbonato prevista dalla ricetta, c’è ancora una curiosità da scoprire. Questi ingredienti si misurano non in grammi, ma in cucchiaini (spoons), proprio quei quattro che vedete nella foto e che vengono acquistati col set completo.
Vi trovate (dal più piccolo al più grande) :
¼ di cucchiaio, ½  cucchiaio, 1 cucchiaio e un big (grande) cucchiaio. Non so se avevate mai avuto a che fare con una tale insolita batteria da cucina. A me fanno tenerezza perché questi cucchiaini si impilano uno sull’altro e si direbbe siano in buon armonia.  Per fortuna, ne avevo già fatto conoscenza durante il mio volontariato al Lone Pine Koala Sanctuary e ne avevo acquistato un set, più per simpatia che per uso. E invece sono arrivati a proposito.

Concludo col dire che anche preparare dei semplici biscottini può rivelarsi un ardito e inaspettato esercizio interculturale.
Ma ne valeva la pena: ecco i biscottini al cioccolato come risultano dopo cottura. E qui vedete chi ne sono i beneficiari : i/le parrocchiani/e della nostra chiesa del Santo Spirito nella domenica della festa della Trinità in cui ero di servizio per servire tè e caffè dopo la Messa. Nella foto la cara Sue, con ascendenti danesi, inzuppa il biscottino (in verità forse un po’ duro) nel caffè del marito.


NRW – Settimana nazionale di Riconciliazione (msg 45 del 5 giugno)

Incominciata nel 1993 come settimana di preghiera, dal 1996, anno in cui il Council for Aboriginal Reconciliation se ne fece promotore, la Settimana nazionale di riconciliazione National Reconciliation Week ha il suo indiscusso posto dal 27 maggio al 3 giugno. È la settimana in cui l’attenzione dell’Australia dovrebbe essere rivolta ai torti della sua storia e a come contribuire a ripararli e a promuovere la riconciliazione con il popolo aborigeno.
Perché queste due date ? Ricordano due importanti tappe del riconoscimento dei nativi australiani.
27 maggio 1967: più del 90%  dei votanti al referendum chiede di far riconoscere la presenza degli aborigeni e degli abitanti delle isole Torres Strait nella Costituzione e nel censimento e il conseguente loro accesso al diritto di voto. Concretamente (SOLO) da allora sono cittadini australiani.
3 giugno 1992 : l’Alta Corte con la “delibera Mabo” (dal nome di Eddie Koiki Mabo, che ha dato avvio alla procedura)  riconosce agli Aborigeni e agli abitanti delle isole dello Stretto di Torres di essere i tradizionali proprietari e custodi della terra. Ciò apre la strada alle proprietà dei Nativi, come per esempio la zona di Uluru (Ayers Rock)
La settimana inizia il 26 maggio con “il giorno del perdono” (Sorry day). Scrive wikipediaTra il 1995 e il 1997 fu condotta un’inchiesta sull’allontanamento di bambini australiani aborigeni dalle loro famiglie, la Generazione rubata. Il resoconto finale fu pubblicato nel 1997. Un anno dopo la pubblicazione del rapporto, fu istituito la giornata, per rendere noti i torti commessi ai danni delle famiglie indigene e in modo tale da far cominciare il processo di risanamento. Il Sorry Day è anche in memoria dei maltrattamenti al popolo aborigeno e non solo ai bambini della “Generazione rubata”. Ancora oggi viene denunciato l’importante tasso di morte degli aborigeni all’interno delle prigioni.

Il motto di quest’anno è sii coraggioso, crea il cambiamento” (Be brave, make change). Cliccando sul titolo in blù potete vedere il video che lo presenta su FaceBook.

Molte sono le iniziative promosse nelle scuole, perché è giustamente da lì che si prepara il futuro, e poi diverse altre manifestazioni artistiche. Cliccando sul testo in blù: il Tracker Data Project,  potete vedere una produzione multimediale su un albero sacro. Oppure camminando per le strade di Brisbane, ci si può imbattere in opere d’arte anche all’aperto, come questo curioso canguro. Partecipano al programma “Indigenous Art” oltre 80 artisti.  Piero ed io ci siamo anche recati a una tavola rotonda sulle lingue aborigene, il loro riconoscimento e le loro difficoltà di mantenersi. L’incontro, prenotato online, era organizzato dal comitato aborigeno della chiesa anglicana e si teneva in un locale adiacente alla cattedrale anglicana dedicata a St John. Durante l’incontro è stato proiettato un breve video di una scuola elementare che ha introdotto l’apprendimento di una lingua aborigena nel suo programma. Oggi delle più di 300 lingue originarie ne restano una ventina sul continente e 2 nelle isole dello Stretto di Torres. Un’imprtante informazione è la prossima apertura alla Queensland University (UQ) dove Piero ha insegnato per più di 20 anni, di un Centro studi sulle lingue aborigene.



la nostra prenotazione online all’incontro sulle lingue aborigene

Ma per noi il momento più sentito di questa NRW è stata la Messa di domenica scorsa nella nostra parrocchia, quando all’inizio è stato proiettato un video per la riconciliazione e tutta la messa è stata punteggiata da immagini, da preghiere e da riflessioni (vedi foto sotto) che hanno messo a fuoco l’importanza di questo cambiamento socio-culturale. Tra il pubblico che assisteva alla Messa c’era anche la nostra aborigena Aunty Jean (zia Jean) alla quale, prima ancora dell’inizio della funzione, ero andata a porgere i nostri saluti e la speranza di un reale progresso nella riconciliazione. A guardare bene, gli inizi di questo riscatto sono emersi con la settimana di preghiera portata avant per ben tre anni prima che l’azione pubblica fosse anch’essa coinvolta nella svolta.  Il Cielo è con noi !

Prima foto: Che significa per te riconciliazione ? Nel secondo pannello, varie tematiche per la riflesssione. Purtroppo appare il termine razza, ma Piero interverrà per correggere (con “etnia”) e far abolire questo termine già sconfessato dall’UNESCO negli anni 70.